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FERNANDA SERRAINO

Associazioni ‘ndranghetiste di nuovo insediamento e problemi applicativi dell’art. 416 bis c.p.

Abstract

Il fenomeno dell’espansione della ‘ndrangheta al di fuori della terra di origine impone alla dottrina e alla giurisprudenza di interrogarsi sulla questione della applicabilità della fattispecie di associazione di stampo mafioso alle “mafie delocalizzate” in aree geografiche non tradizionali. L’autore prende le mosse da una breve ricostruzione del modello organizzativo adottato dalla ‘ndrangheta nell’Italia settentrionale, e procede nel vagliare le possibili soluzioni al quesito se l’accertamento di una struttura organizzativa tipicamente ‘ndranghetista sia di per sé idonea ad integrare la fattispecie di cui all’art. 416bis c.p., anche in mancanza della prova di una effettiva estrinsecazione del metodo mafioso. La diversità delle possibili risposte al quesito sollevato deriva dalla persistenza di un contrasto giurisprudenziale circa il modo di intendere il requisito della capacità di intimidazione del sodalizio del quale si deve accertare la natura mafiosa. Dopo aver analizzato in chiave critica i principali orientamenti interpretativi sugli elementi caratterizzanti il metodo mafioso, conclusivamente l’Autore afferma che ai fini dell’applicazione dell’art. 416bis c.p. anche alle ipotesi di organizzazioni “classiche” operanti in contesti tradizionalmente estranei all’infiltrazione mafiosa occorrerebbe accertare una esteriorizzazione del metodo mafioso, senza però richiedere la prova rigorosa del radicamento territoriale dell’associazione, ovvero dell’avvenuta percezione da parte dei consociati della sua capacità intimidatoria