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DANIELA SANTORO

The Treatment of Old Age at Court. The Kings of Sicily from Roger II to Martin II (11th–15th Century)

Abstract

Nella concezione galenica, la vecchiaia perde la sua connotazione di ineluttabile processo degenerativo per soggiacere alle stesse regole terapeutiche messe in atto per mantenere la salute e prolungare la vita. L'aspirazione a ritardare i malanni della vecchiaia, richiamando e riproponendo il mito della prolongatio vite, anima il pensiero e l'operato di quanti (filosofi, medici) diventarono figure di riferimento per i sovrani siciliani. Analizzando i contesti culturali che videro l'isola attraversare varie dominazioni (normanna, sveva, angioina, aragonese), il contributo si propone di mettere a fuoco le strategie seguite dai re di Sicilia vissuti più a lungo - in tal senso il concetto di vecchiaia va relativizzato e si attesta per i casi analizzati intorno ai sessanta anni -, da Ruggero II (1095-1154) a Martino II (1356-1410). In particolare nel Trecento aragonese, i regimina sanitatis scritti per conservare la giovinezza e ritardare la vecchiaia dei re, furono finalizzati - a partire dalla riflessione dell’azione esercitata sull’uomo da tutto quello che lo circonda - a tutelare la salute dei sovrani attraverso l'utilizzo di specifici mezzi igienici, dietetici, terapeutici. Specifica attenzione verrà prestata alle riflessioni del medico e filosofo Arnau de Vilanova, che troviamo alla corte dei re aragonesi Pietro III e Giacomo II, poi in Sicilia alla corte di Federico III di Aragona, e infine alla corte pontificia, medico dei papi Clemente V e Benedetto XI.