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MARIA ANTONIA RANCADORE

George Edward Moore and the philosophy of “common sense”: idealism and anti-idealism

Abstract

Se prendiamo in esame la storia del pensiero europeo del XX secolo, l’anno della frattura tra idealismo e anti-idealismo è rappresentato dal 1903, quando Bertrand Russell pubblica “The Principles of Mathematics”, dando corso al neo-positivismo, che nel continente europeo si sarebbe sviluppato come empirismo logico con i rappresentanti del Circolo di Vienna, del Circolo di Berlino della Scuola di Leopoli-Varsavia. Nello stesso anno 1903 George Edward Moore, nella rivista “Mind”, pubblica il saggio “The Refutation of Idealism”; ma non solo, perché ancora nel 1903 dà alle stampe il volume “Principia Ethica”. A Moore, non meno che a Russell, va prestata la dovuta attenzione per l’elaborazione di temi e problemi che si richiamano in modo personale e originale alla filosofia nell’ambito dell’anti-idealismo coltivato al Trinity College di Cambridge. I termini di riferimento della produzione di Moore sono quindi la filosofia del senso comune e la filosofia morale, elaborate in polemica con la filosofia dialettica dell’idealismo e del neo-idealismo. Ad inizio del Novecento, il Trinity College di Cambridge divenne il luogo privilegiato dell’anti-idealismo, che Moore coltivò con il contributo del collega e amico Russell, ma anche dell’allievo ed amico Wittgenstein.