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MARIA ANTONIA RANCADORE

Theodor Wiesengrund Adorno e la “dialettica negativa”

Abstract

Alle soglie del secolo XXI, il nome di Theodor Wiesengrund Adorno va posto in evidenza, qualora si ritenga di rilevare che viviamo in una fase di crisi della filosofia. Il nome di Theodor Wiesengrund Adorno, alla nostra memoria, in primo luogo, suggerisce di menzionare l’opera stesa durante il secondo conflitto mondiale, in collaborazione con Max Horkheimer: la "Dialektik der Aufklärung" originariamente fu concepita come insieme di "Philosophische Fragmente", da distribuire sotto forma di ciclostile. La "Dialettica dell’Illuminismo" può dare l’impressione che la produzione di Wiesengrund Adorno sia caratterizzata dalla frammentarietà e dalla asistematicità. I titoli di riferimento possono dare questa impressione: "Filosofia della musica moderna" (del 1949), "Minima moralia" (del 1951), "Prismi" (del 1955), "Dissonanze" e "Sulla metacritica della teoria della conoscenza" (del 1956), "Note per la letteratura" (tre volumi degli anni 1958, 1961, 1965), "Tre studi su Hegel" (del 1963), "Parva aesthetica" (del 1967). Noi sappiamo che la frammentarietà e la asistematicità, se prendiamo ad esempio l’opera di Friedrich Nietzsche, possono risultare aspetti positivi di una filosofia problematica ed articolata. Nel caso di Wiesengrund Adorno, ci troviamo in un contesto cronologicamente e tematicamente diverso, ma non per questo meno problematico e meno articolato di quello di Nietzsche.