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GIUSEPPE ROCCARO

Unità e paradosso. Un événement de l’âme?

Abstract

La sura 112 inizia con il pronome huwa (egli) e rivela l'unità assoluta e inaccessibile di Dio. Il tawḥīd è l'atto di fede fondato sulla rivelazione del pronome dell'assente e rischia di essere un monoteismo paradossale. Per il trinitarismo la relazione è sostanziale, esclusa dal monoteismo assoluto islamico che per superare il paradosso necessita della teofania docetica. Henri Corbin si rivolge a questa dottrina extra-ipostatica e fonda la mediazione Dio-uomo esclusivamente sullʼascesa dellʼuomo mediante uccessive teofanie. Questa antropologia è unʼimamologia modellata sulla cristologia angelomorfica e nega la salvezza mediante la croce. La radice del docetismo è divelta dallʼunione ipostatica, fondata sulla relazionalità della persona in divinis e argomentata da Tommaso d'Aquino nel Tractatus de incarnatione. Il docetismo è bloccato nel dogma del tawḥīd assoluto che implica una réalité apparitionnelle. La ricerca procede per esemplificazione e inizia dallʼoppositio del combat spirituel contro secolarizzazione e nichilismo.