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DARIO RUSSO

Umberto Riva Designer malgrado sé stesso

Abstract

Perché alcuni ottimi progettisti come Vico Magistretti sono esaltati dalla critica e altri ottimi progettisti come Umberto Riva sono tralasciati nei libri di storia del Design? Forse perché l’opera è troppo complessa, densa, sfaccettata, variegata ... fra Architettura, Pittura, Grafica, e Design? Ed è impossibile separare i tavoli di via Paravia, Casa Frea, Casa De Paolini dagli ambienti che ne hanno decretato dimensioni, materiali, proporzioni e fattura? Come scindere gli stessi tavoli da quelli destinati alla produzione industriale? O forse perché, per quanto il numero delle aziende con cui collabora cresca di anno in anno, con nessuna di esse Riva stringe una relazione continuativa e prospettica tale da incarnarne l’identità? Oppure i suoi progetti si prestano meno di altri a essere raccontati? Perché, lontano dalla logica e dall’ironia del ready-made dei fratelli Castiglioni, il design di Riva si distingue dal cosiddetto “concept design”? A domande del genere tenteremo di rispondere avventurandoci nelle righe che seguono.