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DARIO RUSSO

Flaviano Celaschi, Non industrial design. Contributi al discorso progettuale, Luca Sossella Editore, Vignate (MI), 2016

Abstract

È un’analisi attenta e molto attuale, quella di Flaviano Celaschi, sulla figura del designer e sul design: una disciplina che mai come in questo momento ha goduto di consenso e di attenzione nella società contemporanea, non di un’accolita di esperti e annoiati analisti o professionisti del progetto, ma della società intesa come un “noi plurale ed esteso”. Ciò accade perché il design è una disciplina che va affiancata: chi sa solo di design non sa niente di design è l’anonima citazione che introduce il libro. Nelle prime pagine, introducendo il discorso progettale contemporaneo, Celaschi offre una bella definizione di design: è il nome che diamo all’esigenza dell’uomo contemporaneo di modificare la realtà attraverso l’esercizio progettato del possibile. Design è una forma d’intelligenza, individuale e collettiva, che dà senso al futuro, mutando la situazione esistente in una situazione migliore (Herbert Simon). Certamente il design è l’arte dell’anticipazione: la capacità di formulare delle ipotesi di futuro, di configurare uno scenario desiderato.