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PIERFRANCESCO PALAZZOTTO

Revival e società a Palermo nell’Ottocento. Committenza, architetture, arredi tra identità siciliana e prospettiva nazionale

Abstract

Il volume affronta ad ampio raggio il tema del revival gotico a Palermo, dall’architettura alle arti decorative nel XIX secolo, comprendendo i primi trent’anni del Novecento, e puntando a coglierne in particolar modo gli aspetti di gusto, legati alla committenza e al contesto sociale e culturale della realtà siciliana. Nel testo sono avanzate alcune ipotesi relativamente alle ragioni della committenza, suddividendo i primi due capitoli tra fase preunitaria e postunitaria. Nella prima fase la diffusione di restauri e nuove edificazioni è spiegata con la propaganda dei sovrani per sostenere la corona e, contemporaneamente, in ragione dei sommovimenti autonomisti di opposta natura, per il periodo successivo all’unificazione si rimanda alle dinamiche connesse con la costruzione di un’identità siciliana all’interno della compagine nazionale. Contestualmente sono posti in evidenza i nuovi scenari sociali ed economici che vedono una rapida fluidificazione tra la classe aristocratica post feudale e borghesia industriale e le modalità di reazione della prima per affermare il valore della storia legato al proprio nome, o dello stesso connesso alla storia fondativa del Regnum Siciliae. La ragione politica per giustificare la gran quantità di episodi architettonici nella ex capitale del regno nella prima metà del secolo si accompagna ad una lettura sociale che comprende anche la famiglia Florio, centrale per l’economia cittadina del XIX secolo. Ci si sofferma sul confronto tra alcuni episodi topici, singolarmente approfonditi, senza perdere di vista, però, il panorama generale nazionale e internazionale che accompagna e verisimilmente nutre le istanze alla base di quei cantieri. Si aggiunge un’ulteriore inedita ipotesi per interpretare la vastità dello specifico fenomeno siciliano in favore della delineazione di un’identità comune, ovvero il Vespro siciliano e le celebrazioni per il sesto centenario del 1882. Il Vespro, infatti, dalla sua ricostruzione storica ad opera di Michele Amari, permane come costante ideologica sia nella prima che nella seconda metà del secolo. La serrata contestualizzazione nazionale e internazionale delle opere proposte all’attenzione del lettore, accompagna anche una singolare figura di intellettuale, conoscitore, collezionista e produttore di mobili, Andrea Onufrio, i cui arredi in “stile neonormanno”, caratterizzati dai ricchi inserti in osso, si distinguono nel panorama nazionale e, in effetti, sono la sintesi dei dibattiti storici, economici e di gusto certamente non solo siciliani, ma profondamente connessi al territorio e al tema del Regno di Sicilia e alle celebrazioni per l’anniversario del Vespro. L’interessante materiale documentario, per la maggior parte inedito, reperito nel fondo della Biblioteca Comunale di Palermo, viene ordinato e collegato alle opere note, rivelandone altre, ancora non conosciute, ritrovando all’interno del mercato nazionale ed internazionale manufatti che si ritenevano perduti e attribuendo opere inedite all’abile mano dell’ebanista palermitano. La ricerca d’archivio, su fondi pubblici e privati, offre una grande quantità di novità e spunti che non sono mai fini a se stessi, ma arricchiscono e sostanziano i ragionamenti sulla documentazione già conosciuta, consentendo di aggiungere un importante tassello al panorama degli studi trattato.