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ALESSANDRA PERA

Politiche migratorie nell’ambito del partenariato UE-Tunisia. Cooperazione allo sviluppo, principio di solidarietà e aspettative tradite

Abstract

La crisi migratoria ha manifestato le debolezze di Dublino III e la fallacia della solidarietà europea, quale principio alla base del Sistema Comune Europeo di Asilo. Di conseguenza, le istituzioni europee si sono concentrate maggiormente sulla ‘dimensione esterna’ dell'UE, attraverso accordi che esternalizzino il controllo migratorio verso Paesi terzi, impedendo ai migranti irregolari di raggiungere i confini europei. Il contributo analizza gli effetti di questa cooperazione: la creazione di una pre-frontiera in un Paese, come la Tunisia, dove vengono impiegate pratiche illegali. In particolare, la prima parte del contributo esamina i rapporti tra Ue e Tunisia, storicamente ‘paese di transito’. La seconda parte mostra, da un lato, come l'Europa sia consapevole delle violazioni dei diritti umani, ma prediliga l’obiettivo di proteggere i propri confini e, dall'altro, che la Tunisia non ha adottato una disciplina di legge organica sull'asilo, per cui l'UNHCR è l'unica autorità che decide in merito alle richieste di asilo e protezione internazionale. Emerge, peraltro, un quadro complessivo, in cui il diritto interno tunisino e i rapporti internazionali, nonché le pratiche illegali adottate in Tunisia stanno limitando le operazioni dell'UNHCR. Attraverso l’esame di alcune questioni rilevanti, l'ultima parte propone alcuni spunti per modificare lo status quo: un approccio umanitario alla condizione dei rifugiati; il ripensamento di Dublino III, superando il principio del ‘first-entry country’; la ridefinizione, attraverso precisi parametri, del concetto di ‘Paese terzo sicuro’.