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VINCENZO MILITELLO

La tratta di esseri umani: la politica criminale multilivello e la problematica distinzione con il traffico di migranti

Abstract

Il contributo affronta il tema della tratta di esseri umani in una prospettiva di contrasto multilivello, che mette in rilievo la dignità della persona, quale meta-valore ordinamentale, e la considerazione delle esigenze di contrasto alle nuove forme di criminalità. A tal proposito, si evidenza la necessità di una considerazione integrata delle due prospettive, ormai recepita nell’approccio olistico di contrasto al fenomeno affermatosi a livello sovranazionale. A fianco della tradizionale repressione penale, il Protocollo Trafficking in Persons alla Convenzione ONU di Palermo sul crimine organizzato transnazionale inserisce rilevanti norme sulla prevenzione, la cooperazione tra Stati e la protezione e l’assistenza delle vittime. Su quest’ultimo aspetto si appunterebbe la distinzione con il c.d. smuggling of persons che, oggetto di distinto Protocollo allegato alla Convenzione di Palermo, è volto, invece, al controllo dei flussi migratori. L’approccio di rigida separazione fra le due modalità di condotta è poi ribadito anche negli strumenti adottati a livello europeo. Anche la normativa italiana, a sua volta, rispecchia la distinzione: la condotta illecita della tratta è incentrata sullo sfruttamento finale del migrante ed è posta a tutela della personalità individuale (art. 601 c.p.), mentre il traffico di migranti rileva come favoreggiamento dell’immigrazione illegale ed è regolato extra codicem all’art. 12 TUIMM. Tuttavia il confine fra i due fenomeni è spesso labile e vanno considerate le relazioni che possono sussistere reciprocamente. La giurisprudenza italiana ha però talvolta adottato la distinzione in esame in modo troppo rigido, laddove invece una corretta considerazione del carattere osmotico delle due attività illecite gioverebbe ad una più attenta tutela della dignità umana.