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SANDRO MANCINI

Eberhard Juengel: l’esperienza con l’esperienza

  • Autori: mancini, s
  • Anno di pubblicazione: 2011
  • Tipologia: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
  • Parole Chiave: esperienza, filosofia, teologia
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/62043

Abstract

Nello studio sono analizzate alcune intersezioni tra filosofia e teologia presenti in Dio, mistero del mondo, prendendo in considerazione soltanto quelle di ordine gnoseologico, per cui rimane fuori dal campo di indagine la problematica di Dio come “più che necessario”. Per prima cosa si enuclea la convergenza dell’elaborazione teologica di J. con la costellazione fenomenologico-ermeneutica, con riferimento in particolare a Husserl, Heidegger e Merleau-Ponty; essa si realizza nel porre come cooriginari la percezione, il linguaggio e il pensiero. Quindi viene focalizzata l’utilizzazione che J. fa della figura heideggeriana dell’Entfernung (disallontanamento), assumendola e ripensandola originalmente nella nozione di “esperienza dell’esperienza”. Contenuto di quest’ultima è l’evento, contingente ma non casuale, della Parola di Dio, depositata nella Scrittura, che si avvicina all’uomo, venedogli incontro con un’intenzione sospendente e interpellante, e con la richiesta di essere accolta per fede. Tale cifra teologica si palesa in tal modo come il filo conduttore con cui J. ripercorre e riattualizza le particulae exclusivae della Riforma, nel solco di Lutero e Barth. Il prosieguo dell’indagine mostra come “l’esperienza dell’esperienza” porti a evidenza che l’incontro con la parola di Dio può essere pensata come mistero, se non si riduca questo a all’ordinarietà dell’enigma e se ne colga l’originarietà insieme al suo orlo di intelligibilità. Così inteso, il mistero è colto e dispiegato dal dispositivo teorico costituito dalla analogia fidei, mediante cui il mistero che Dio introduce nel mondo si dispiega come il salvifico mysterium trinitatis.