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ROSANNA MARSALA

Democrazia e corporazione in Léon Harmel

Abstract

Il nome di Léon Harmel (1829-1915) si può certamente associare alla vicenda storica del cattolicesimo sociale francese dell’Ottocento. Imprenditore e riformatore sociale, Harmel ebbe un ruolo determinante nell’apertura della Chiesa alle problematiche della società moderna. Egli non fu un teorico in senso stretto, né un pensatore politico, bensì un “realizzatore”. Eppure la sua figura e la sua opera merita, a nostro avviso, una specifica attenzione. Sia perché rappresentativo, sul piano della sua stessa biografia personale, di un’epoca di grande transizione intellettuale e sociale, sia perché fu il primo a realizzare nella sua fabbrica laniera in Val des Bois la corporazione cristiana. Sorretto da una sostanziale fiducia nel popolo, Harmel crede che la ricostruzione di una nuova solidarietà di vita può venire solo dal basso; per questo si rivolge direttamente agli operai e al popolo. Fu sempre convinto della necessità di un forte movimento operaio cristiano che acquistasse influsso sulla legislazione e sull’amministrazione, che costruisse dal basso in alto una vita solidale sulla base professionale e che non avesse semplicemente di mira gli interessi economici, ma si proponesse di raggiungere l’autonomia della classe operaia, ricostruita con le sue stesse forze. Questa idea fu perseguita per tutta la vita e portata avanti con la organizzazione dei consigli di fabbrica, dei circoli cristiani di studi sociali, dei congressi operai e del movimento democratico cristiano.