Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

DANIELA MOTTA

Sull'uso del passato nei breviari tardoantichi e nella Historia Augusta

Abstract

Il tema dell’uso del passato, dell’utilità della storia ai fini della ideologia e della prassi politica, è indagato nella Historia Augusta e nei breviari tardoantichi, opere accomunate dal fatto di essere riconducibili almeno in parte ad un filone storiografico comune. Dall’analisi si evidenzia l’originale interpretazione degli autori rispetto ad un patrimonio comune di tradizioni e di exempla. Nel Breviarium di Eutropio i rimandi al passato, piuttosto rari, intervengono solo quando la memoria storica era stata strumentalmente utilizzata con ogni verosimiglianza dagli stessi imperatori. In Aurelio Vittore, il frequente ricorso agli exempla risulta fortemente motivato dalla convinzione della ciclicità della storia, ed emerge l’idea che il passato possa fornire una chiave di lettura della decadenza dell’impero. L’uso del passato nell’Epitome de Caesaribus, globalmente meno consistente, quando non si riduce ad una mera ripresa degli exempla tratti da Aurelio Vittore, incarna le concezioni proprie dell’età immediatamente post-teodosiana, quali l’orrore per le guerre civili e l’ideale di un pacifismo che percorre tutta l’opera. Nella Historia Augusta la presenza di un vasto bagaglio di exempla è legata all’individuazione delle caratteristiche dei principes boni e di quelli mali secondo una classificazione ricorrente nell’opera, conserva in qualche caso memoria dei modelli di riferimento cui gli imperatori si richiamavano propagandisticamente, e può essere collegata alle tensioni utopistiche di alcune biografie.