Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

ANTONINO MARGAGLIOTTA

L’architettura arabo-normanna a Palermo tra realtà e invenzione

Abstract

La storia insegna che il passato a volte giunge a noi attraverso un’azione di “invenzione”, proprio nel significato del termine latino invenire (trovare) che restituisce il senso della “scoperta”, cioè del sollevamento del velo dell’oblio su un tempo dimenticato. Quasi sempre poi alla reintroduzione di tale passato nel circuito vivo della cultura corrisponde una capacità immaginativa per produrre nuove elaborazioni, con una attenzione di tipo “scientifico” o “inventivo”. È quel che avviene in Sicilia negli ultimi decenni del Settecento, per poi proseguire per tutto il secolo XIX e durare sino ai primi decenni del Novecento, con la riscoperta in ambito letterario, agrario e architettonico della cultura arabo-normanna. Si tratta, allora, di operazioni di “riscrittura” secondo un’immagine ideale, a cui il mito rende partecipi e la storiografia fornisce i fondamenti, a cui si ricollegano alcune operazioni progettuali attuali intesi a valorizzare i monumenti e gli intorni urbani con cui adesso si confrontano.