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ANTONINO MARGAGLIOTTA

Memory and presence of thólos in architecture

Abstract

Il thòlos, architettura di pietra dall’origine antichissima (probabilmente greco-arcaica, quindi etrusca e poi romana) è diffuso nell’intero bacino mediterraneo in territori anche distanti (Grecia, Armenia, Cappadocia, Iran, Tunisia, Italia); la Sicilia ne conserva più di ogni altro (la Gurfa di Alia, nelle campagne interne dell’Isola, è la più grande del Mediterraneo) e, nel loro insieme, rappresentano la memoria di epoche mitiche e di personaggi favolosi come Dedalo. Nel loro insieme i thòloi costruiscono una trama di città invisibili in cui si coniugano strategie progettuali-costruttive che dall’antichità sono giunte sino a noi: quasi sempre scavate dentro montagne (luoghi di per sé sacri), destinati inizialmente a funzioni rituali o sepolcrali, esprimono lo spirito del sacrificio (come direbbe Ruskin) e, soprattutto, valori che hanno avuto continuità nella storia dell’architettura fino a rappresentare concetti universali e principi spaziali: l’idea del rifugio, il tema della sottrazione, il potere della luce, l’aspirazione all’essenzialità. Altri aspetti rimandano alla durata della forma e della materia (accentuata dalla natura litica della costruzione), all’appartenenza dell’uomo alla terra e, nello stesso tempo, al suo desiderio di essere cielo che si traduce nella tensione tra umano e divino. I principi spaziali di questa presenza, attraverso la definizione di una vera e propria poetica, attualizzano nell’architettura contemporanea la memoria del thòlos.