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GIOACCHINO LAVANCO

Elementi di psicologia di comunità. Progettare, attuare e partecipare il cambiamento sociale

Abstract

La terza edizione di un manuale i cui approfondimenti tematici sono esemplari del carattere d’interdisciplinarietà che la psicologia di comunità è riuscita a conservare dal suo nascere a oggi, pur essendo chiaro che essa è una disciplina a sé, con riconosciuta compattezza scientifica tra i suoi esponenti. Approfondimenti che possono considerarsi degli “affondi” che, verticalmente, rendono la disciplina ricca di linguaggi diversi, di modelli tra loro ancora in cerca di dialogo, di strumenti il cui utilizzo è inerente alla sintesi “ricerca-azione” e mai solo all’una o all’altra. Il format del volume è “pensato per pensarsi” psicologi di comunità e operatori sociali (operatori di strada, progettisti, insegnanti, assistenti sociali, educatori, operatori d’appoggio, animatori, riabilitatori, ecc.) cioè per attivare un discorso con il proprio sé professionale fatto di quesiti e di riflessioni metalivello ma anche di risposte sintetiche e chiare capaci di andare al nocciolo della questione: dobbiamo poter guardare “ecologicamente” i problemi della quotidianità per sviluppare capacità di coping alla portata delle richieste che l’ambiente ci sottopone; dobbiamo cominciare a canalizzare il potere assunto, individualmente e collettivamente, attraverso i processi di empowerment nella produzione di capitale sociale; dobbiamo poter guardare al futuro con fiducia e scorgere nelle reti di relazioni un’opportunità per farlo senza ignorare o peggio soppiantare l’Altro, ma tessendo con questo un dialogo che non mortifichi aspettative e prerogative reciproche; dobbiamo affinare e, qualche volta, svecchiare i metodi per accostare e indagare la realtà condivisa, dando lo spazio adeguato a tecniche animative, dove la percezione e rappresentazione costruita degli eventi diventa la chiave di lettura e, spesso, dell’intervento; dobbiamo continuare a studiare l’inconscio in tutte le sue declinazioni, personali, sociali, collettive perché si possa fare coscientizzazione delle masse in modo meno ingenuo e manipolatorio di quanto, oggi, non facciano già mass media e istituzioni politiche.