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IGNAZIO GIACONA

Istanze europee di ne bis in idem e posizioni attuali della dottrina italiana sul concorso apparente di reati

Abstract

Nonostante le obiezioni già da tempo mosse alla teoria della specialità reciproca (soprattutto in relazio-ne alla difficoltà di distinguere gli “elementi specificativi” da quelli “aggiuntivi”), questa impostazione è stata spesso riproposta negli ultimi anni in dottrina, sia pure con degli adattamenti. Inoltre, con riferimen-to a una sentenza del 2019 della Cassazione che, in contrasto con le Sezioni Unite, ha applicato la teo-ria della consunzione in un caso di criminalità informatica (c.d. phishing), questa dottrina ha condiviso tale soluzione inquadrandola però nell’àmbito della specialità reciproca. Nel presente articolo l’autore osserva come la teoria del ne bis in idem sostanziale, sostenuta da una parte autorevole della dottrina, trova oggi elementi di supporto anche nella giurisprudenza europea. Per quanto attiene poi alla recente sentenza della Cassazione, egli condivide la soluzione della sussistenza di un antefatto non punibile, ma osserva che anche il terzo reato realizzato dall’agente avrebbe dovuto essere ricompreso nel giu-dizio di consunzione: ne ter in idem.