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FRANCO GIORGIANNI

Uomini e technai nell'ambiente: tra Arie, acque, luoghi e il Prometeo incatenato

Abstract

Al centro dell'attenzione di questo studio è la relazione tra uomini e ambiente così come delineata nello scritto ippocratico Arie, acque, luoghi. In effetti, la valutazione di alcuni termini chiave presenti nell'opera ippocratica permette di individuare una relazione complessa, basata sulla reciproca osmosi e interazione tra l'essere umano e l'ambiente in cui vive, una relazione segnata da una terminologia che ne mette in luce il rapporto di somiglianza e di adattamento reciproco. Una particolare riflessione, in tal senso, merita la parte conclusiva del trattato ippocratico (considerato qui come unitario), in cui è descritta l'attitudine sociale (ethos) dell'essere umano, relativamente più o meno sviluppata a seconda dell'ambiente in cui vive, a sviluppare una capacità tecnica. Lo studio in particolare si sofferma sui termini che definiscono l'ethos dell'uomo tecnicamente versato come caratterizzato da superbia (authadees) e ostinazione idiosincratica (idiognomones); si tratta di termini che ricorrono praticamente identici o in forma leggermente diversa (vedi il dativo idiai gnomai) nella definizione delle caratteristiche comportamentali e ideologiche del Titano Prometeo, come descritto nel dramma Prometeo incatenato. Lo studio in conclusione prende in considerazione l'ipotesi che l'autore ippocratico partecipi dello stesso ambiente culturale in cui si inserisce la rappresentazione dell'Incatenato e che entrambi attingano ad un comune modello poietico nella caratterizzazione dell'ethos tecnico, che si serve di termini chiave che occorrono nella stessa accezione sostanzialmente negativa dell'uso individualistico delle technai.