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LAURA FERRARO

Gestione clinica del comportamento suicida in schizofrenia

  • Autori: Dutta, R.; Harkavy Friedman, J.; Ferraro, L.
  • Anno di pubblicazione: 2017
  • Tipologia: Traduzione in volume (Traduzione di libro)
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/237791

Abstract

Circa 1 persona su 20 affetta da schizofrenia morirà prematuramente per suicidio (Inskip, Harris, e Barraclough, 1998; Palmer, Pankratz, e Bostwick, 2005) e si stima che il 20% 50% realizzerà almeno un tentativo di suicidio nel corso della vita (Caldwell & Gottesman, 1990; Meltzer, 2002). La maggior parte dei suicidi portati a termine si verificano precocemente nel corso della malattia, con un rischio particolarmente alto nelle prime settimane dopo la dimissione dal primo ricovero (Appleby, Dennehy, Thomas, Faragher, e Lewis, 1999; Rossau & Mortensen, 1997), seguite dal primo anno e dai primi dieci anni dopo la diagnosi (Nordentoft et al, 2004; Palmer et al, 2005). Anche il periodo precedente alla prima presentazione è particolarmente critico, poiché fino al 10% degli individui commette almeno un tentativo di suicidio, prima di accedere per la prima volta alle cure psichiatriche (Clarke et al, 2006; Melle et al, 2006). La gestione del comportamento suicidario rappresenta una questione importante per la pratica clinica, soprattutto perché la gravità dei tentativi di suicidio (Harkavy- Friedman et al., 1999) realizzati dagli individui affetti da schizofrenia può avere conseguenze ugualmente devastanti per il paziente e la sua famiglia. Il comportamento suicidario nella schizofrenia può essere cronico o intermittente e richiede un monitoraggio continuo da parte di medici, pazienti e loro familiari e amici. È importante identificare i potenziali fattori di rischio per ogni singolo paziente e intervenire prima che si intensifichi il comportamento suicidario. È importante non farsi prendere dal panico e non rinunciare di fronte a pazienti con grave malattia mentale, dal momento che il miglioramento e il raggiungimento della qualità della vita desiderata può essere un impegno a lungo termine che offre gratificazioni significative. La comunicazione con i colleghi può aiutare il clinico nei momenti di preoccupazione per il rischio suicidario ed è altrettanto importante una comunicazione diretta con il paziente. I trattamenti farmacologici e sociali per la psicosi, la depressione e le altre condizioni di comorbidità sono in grado di prevenire o ridurre il comportamento suicidario. Il comportamento suicidario è un sintomo della schizofrenia che può essere affrontato con attenzione e cura. Migliorare la qualità della vita per le persone con schizofrenia dà la possibilità di ridurre il rischio di comportamenti suicidari.