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CINZIA FERRARA

Il laboratorio di A.

Abstract

E allora c’è l’uso della tipografia per la composizione del testo, in forma concisa di pensieri sparsi o più strutturata di riflessioni ampie, necessarie per tenere insieme la mente e la mano, per verificare la direzione presa e correggere la rotta se necessario. C’è l’uso del progetto grafico, che di strumenti ne richiede diversi, la tipografia in primis, ma anche le forme, i colori, e poi le gerarchie, le relazioni, e su tutti la traduzione dei contenuti, un continuo processo di mediazione. C’è infine l’uso del disegno, che ha bisogno davvero di pochi strumenti per esistere, un foglio e un pennino, ovvero un piano su cui depositare una bava di inchiostro e uno in grado di spargerlo sulla superficie come liquido viscoso, capace di rendere visibile quello che per sua natura non lo è… un pensiero, un dissenso, un’intuizione, una malinconia, un amorevole gesto. La raccolta di disegni mette in sequenza tante camere con vista e sfogliandone le pagine vi si possono osservare, come stando con gli occhi appoggiati sul davanzale, i paesaggi disegnati, che acquistano via via il carattere di uno spazio intimo, domestico, pubblico, ipotetico, surreale, oppure come molto più spesso accade, semplicemente visionario.