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MARIA SOFIA DI FEDE

La fontana Pretoria a Palermo

Abstract

Nella narrazione vasariana la vicenda della fontana Pretoria di Palermo compare nella sua fase di esordio, quando niente faceva supporre che la “stupendissima” opera di Francesco Camilliani, destinata ad ornare il giardino fiorentino di don Luigi di Toledo, fratello della duchessa Eleonora, potesse divenire uno dei più riusciti manifesti della magnificenza civica nella capitale dell’isola. Negli anni seguenti i problemi finanziari di don Luigi, che lo indussero a vendere la fontana fiorentina, finirono con l’intercettare i propositi del Senato palermitano, determinato a dotare la città di una grande fontana monumentale, creando appositamente un piazza di adeguate dimensioni antistante il palazzo del Pretore sul fronte verso il Cassaro, l’antico asse della città che dal 1567, per volontà del viceré Garçia di Toledo, fratello di don Luigi, si stava ampliando e rettificando; anche la sede municipale sarebbe stata ingrandita e rinnovata, spostando proprio sulla nuova piazza l’ingresso principale del palazzo, trovando così un più agevole collegamento con il nuovo rettifilo e una cornice urbana magniloquente consona alla sede del Senato cittadino. Si deve al figlio di Francesco Camilliani, Camillo, l'opera di assemblaggio e completamento della fontana marmorea che lo impegnò per un decennio e che certamente gli fruttò un grande successo professionale.