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MARIA SOFIA DI FEDE

Biblioteche e trattati nella prima metà del Settecento: l'Architetto Pratico di Giovanni Amico

Abstract

Giovanni Amico pubblica il primo volume del suo trattato nel 1726, in un momento di forte ascesa professionale: già dal 1720 ha contatti con l’ambiente, palermitano, in particolare con la committenza gesuitica, ma in quell’anno riceve il prestigiosissimo incarico di completare la colonna mariana per la piazza imperiale di Palermo, antistante la chiesa di S. Domenico, e il terremoto che colpisce la capitale, sempre nello stesso anno, gli permetterà di essere coinvolto in una serie di interventi di restauro di diverse fabbriche, fra cui la cattedrale, in virtù della grande competenza ormai riconosciutagli nel campo degli interventi strutturali. E’ il momento della maturazione professionale raggiunta attraverso una solida formazione teorica, probabilmente avviata negli istituti religiosi della sua città e consolidata anche attraverso la costruzione di una ricca biblioteca personale, come testimoniato anche dal suo trattato. Va subito detto che è soprattutto questo primo volume del 1726 ad essere maggiormente dotato di citazioni letterarie e di riferimenti bibliografici, più del secondo pubblicato nel 1750, pochi anni prima della morte. A un progetto editoriale ambizioso come quello di volere pubblicare una trattato completo sulla disciplina architettonica è sotteso, fra le tante ragioni non dichiarate ma ovvie, la necessità di legittimare una dimensione intellettuale del mestiere dell’architetto che per Amico cade in un momento cruciale della sua carriera; nel secondo volume le citazioni sono più rare, e il ritardo con cui viene pubblicato può forse giustificare una stesura più sintetica, ma forse alla fine della sua carriera Giovanni Amico non doveva più dimostrare alcunché e meno che mai il suo livello intellettuale.