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MARIA SOFIA DI FEDE

Tra antichità e medioevo: viaggiatori, architetti e intellettuali in Sicilia fra gli anni venti e trenta dell’Ottocento

Abstract

Quando Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc raggiunge la Sicilia nell’aprile del 1836 è un giovanissimo professore dell’Ecole de dessin de Paris in procinto di compiere quello che per numerosissimi suoi precursori era diventato, ormai da diversi decenni, una tappa obbligata del Grand Tour in Italia. Frotte di rampolli dell’aristocrazia europea, ma soprattutto artisti e cultori di antichità avevano attraversato negli anni precedenti le strade talvolta perigliose dell’isola alla ricerca delle vestigia di mitiche città come Agrigento, Siracusa, Selinunte ecc., spesso tenendo insieme passione ar- cheologica e gusto del pittoresco, come può testimoniare il vastissimo repertorio iconogra co che abbiamo ereditato da questa formidabile stagione odeporica. Fin dalla metà del secolo precedente le antichità siciliane erano state poste al centro dell’attenzione degli studiosi stranieri ed era inevitabile, ormai, trovare una serrata concorrenza in tali ambiti di studio; la vicenda di Hittorff si intreccia, in particolare, con quella di Leo von Klenze, anch’egli di formazione parigina, che rimarrà comunque suo rivale durante tutto il corso della carriera, ma è in Sicilia che i due si incontreranno (e scontreranno) fra Selinunte e Agrigento, dove stavano emergendo le questioni archeologiche più urgenti.