Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

GIULIA DE SPUCHES

Viaggio in Italia tra gli spettri dell’emigrazione. Geografie delle terrae incognitae

Abstract

Nella didattica degli ultimi vent’anni ho spesso mostrato “Poveri Noi” per parlare dell’emigrazione italiana. Questo documentario di documentari finito nel 1998 ma uscito nel 1999, a firma di Gianni Amelio, racconta circa trent’anni di storia italiana. La natura delle immagini, di matrice neorealista, crea una tensione tra lo ieri e l’oggi; come direbbe John Berger, non guardiamo mai qualcosa di per sé ma sempre in relazione a noi o, in questo caso, alla nostra epoca, al nostro mondo. La mobilità e l’immobilità dell’Italia meridionale e insulare, dagli anni ’50 agli inizi dei ’70, costituiscono queste geografie che perseguitano al cui titolo ci si riferisce. All’indomani della guerra c’è un’Italia da scoprire, terrae incognitae da mostrare. Siamo pienamente di fronte a spettri del passato che irrompono bruscamente nelle città e nella Modernità” (Roberts, 2012). In questo quadro in cui la mobilità mostra i nuovi cittadini nelle metropoli, possiamo anche chiederci perché Amelio riprenda queste storie all’indomani del, forse, primo grande naufragio nel Mediterraneo.