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ALESSANDRO DI VITA

Lo sguardo della pedagogia interculturale sulla "relazionalità" del turismo integrato nella centralità della persona

Abstract

Il principio della «sostenibilità scientifico-culturale» formulato dai promotori del «Turismo Relazionale Integrato» (TRI) legittima la pedagogia come interlocutrice dei temi interdisciplinari rilevati in questo programma di sviluppo. La nostra epoca post-moderna, infatti, nel presentare i temi e gli obiettivi relativi allo sviluppo delle società che si affacciano sul Mediterraneo, deve invocare l’apporto di molte discipline scientifiche, cosicché la riflessione generale inerente al TRI si configuri come giustapposizione di diversi livelli integrati del discorso scientifico, che esprimono il valore dell’oggetto preso in esame, spiegato esaustivamente dalle sue componenti semantiche “integrate” (ambientale, economico-finanziaria, sociale, giuridica, politica), più immediatamente tangibili e controllabili, e insieme dalle componenti relazionali “profonde” (psicologica, pedagogica ed etica) che lo fondano. Così inteso, lo stile di razionalità proprio del TRI istituisce un discorso scientifico specifico che studia con una logica specifica ogni aspetto specifico dell’oggetto preso in esame. Lo sguardo pedagogico, attento all’intera persona — così si giustifica il legame che tiene insieme pedagogia e antropologia filosofica (integrale) —, dà ragioni fondanti alla sostenibilità sociale ed umana per ridare il giusto valore, nello sviluppo territoriale, alle relazioni umane fra singoli e tra comunità in una nuova ottica di consapevolezza, di rispetto reciproco e di salvaguardia delle diversità culturali (cooperazione contro competizione) e per riportare l’uomo (la persona umana) al centro delle politiche e delle iniziative dei processi di produzione e consumo (approccio etico).