Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

ALESSANDRO DI VITA

Educazione autentica, coscienze prepedagogica, pedagogia spontanea nel progetto metodico di una "pedagogia fondamentale"

Abstract

L’approccio di una pedagogia metodicamente strutturata permette di indagare in profondità i fenomeni educativi, poiché ne coglie la realtà oggettiva che rivela aspetti importanti del modo di essere nel mondo proprio dell’educando e dell’educatore, e che prospetta il loro autentico poter essere. L’educazione intesa come esperienza vissuta nella relazione interpersonale è infatti una realtà complessa, che per essere compresa adeguatamente richiede approcci disciplinari, logiche e linguaggi diversi. L’orizzonte di senso in cui la questione “pedagogica” dell’educazione autentica si presenta è l’esperienza quotidiana dell’educatore e dell’educando. La coscienza non edotta dal sapere pedagogico ― potremmo anche chiamarla «il punto di vista del popolo» ― percepisce già nell’esperienza quotidiana, in cui si denota un certo senso comune, le forme autentiche di educazione insieme alle sue forme inautentiche (quelle che non portano ad alcuna crescita reale degli attori dell’educazione), che essa sa ben distinguere; non sa però argomentare le ragioni della loro differenza. Da qui si può iniziare a pensare ai fondamenti dell’educazione: cioè, a partire dalle sue forme autentiche realmente vissute. Isolare le forme autentiche di educazione non significa rilevare relazioni educative senza difetti personali, poiché queste, nell’esperienza, non si danno; denota piuttosto il tentativo di dare importanza a quelle relazioni educative tendenti all’ideale di educazione, i cui attori, però, sono consapevoli dei loro limiti relazionali e morali. La coscienza comune non sa dire che cosa sia costitutivo dell’educazione, e pertanto non sa giustificare ciò che le è proprio (“autentico”) perché fondamentale, da ciò che non la costituisce essenzialmente perché non le è proprio ed è accidentale (“inautentico”).