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VITTORIO COCO

POLIZIE SPECIALI. DAL FASCISMO ALLA REPUBBLICA

Abstract

Il libro ricostruisce le vicende dei corpi speciali di polizia che operarono in Italia tra la prima guerra mondiale, il ventennio fascista e la prima età repubblicana. Si tratta di una fase cruciale per la formazione e il consolidamento di strutture di questo genere. Infatti la partecipazione dell’Italia alla grande guerra determinò esigenze nuove, segnando una netta cesura con il passato: nacquero in quel momento organismi centralizzati, dall’ampia sfera di intervento e che adottavano modalità di azione basate sulla centralità del sistema informativo. L’evoluzione proseguì durante il fascismo, quando il modello fu perfezionato per analogia con strutture di indagine politica come l’Ovra. Tali organismi furono utilizzati prima nel contrasto alla mafia e al banditismo sardo, e poi nella feroce repressione della resistenza slovena in Venezia Giulia durante la seconda guerra mondiale. Alla caduta del fascismo, in un complesso intreccio tra continuità e rotture, il modello transitò poi alla prima età repubblicana, dove venne utilizzato di nuovo in Sicilia per fare fronte alla rinnovata emergenza del banditismo. Il filo conduttore della narrazione è costituito dalle travagliate carriere dei funzionari di polizia che di volta in volta furono chiamati alla direzione di questi organismi – il più noto dei quali è Cesare Mori, il “prefetto di ferro” – che tra utopie d’ordine e ambizioni personali formarono un ristretto gruppo di specialisti del settore.