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ROBERTA COGLITORE

I dispositivi fototestuali autobiografici. Retoriche e verità

Abstract

Il caso dei fototesti autobiografici va analizzato innanzitutto come una scrittura autobiografica che sente la necessità di esprimersi anche con altri mezzi; in secondo luogo come una specifica pratica retorica che sceglie l’immagine, accanto alla parola, come ulteriore forza persuasiva; infine come un caso molto particolare di iconotesti, che utilizzano alcune varietà della connessione tra parte verbale e parte visiva. Si tratta di analizzare non solo come avviene la collaborazione tra fotografie e scrittura autobiografica, cioè attraverso quali connettori – cornici, spazi bianchi, sovrapposizioni e didascalie – ma anche di capire quali sono le funzioni delle fotografie in relazione alla parte letteraria. Ciò al fine di capire quale verità viene affermata negli esempi scelti: Franca Valeri, Grégoire Bouillier, Roland Barthes, Winfried G. Sebald, Lalla Romano, Jovanotti, Edward Said, Azar Nafisi, Vladimir Nabokov, André Breton, Hannah Höch, Annie Ernaux. Le fotografie espongono, confermano, aggiungono o resistono alla verità già espressa dalla parte letteraria? E se il racconto letterario esprime la verità e le resistenze alla verità del sé dell’autore, le foto a cosa resistono mentre mostrano?