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LUCA CINQUEMANI

Pratiche di disgiunzione ana-societarie: il vuoto nel dominio info-sferico

  • Autori: Luca Cinquemani, Andrea Tortorella
  • Anno di pubblicazione: 2016
  • Tipologia: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
  • Parole Chiave: Infosfera, digital media, sorveglianza, vuoto
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/168438

Abstract

A partire dall'intervista di Toni Negri a Gilles Deleuze del 1990 (Deleuze G., Le devenir révolutionnaire et les créations politiques, intervista con Antonio Negri, “Futur Antérieur journal”, n. 1, 1990) e rileggendo Chaosmose di Félix Guattari, il contributo intende mostrare come una nozione di vuoto — nell‟accezione deleuziana di “créer des vacuoles de non communication” — debba essere oggi rilanciata per resistere alla retorica dominante e poliziesca del dover comunicare-dover enunciare-dover partecipare, ecc. (si pensi al web sociale e al controllo normalizzante sotto la minaccia della dataveillance). Un‟idea di vuoto fecondo in grado di secernere una negazione non sussumibile, una a-prospettiva non-comunicazionale e dimissionaria che vuole essere base teorica per l‟insorgere di pratiche di disgiunzione societaria: le uniche in grado di sottrarsi alla riproduzione della società capitalistica e ai suoi sempre più pervasivi sistemi di dominio e di controllo: l'état d'urgence tende a divenire oggi ordinario stato di polizia non solo in Francia ma nel resto delle cosiddette democrazie occidentali. In questo senso si rifletterà sulla possibilità di immaginare una negazione felice ed irriducibile che rifugga le linee teoriche e politico-movimentistiche di stampo “costituente”, improntate alla centralità del dialogo e della partecipazione. Una negazione che resista ai loro tentativi malcelati di attenuare, normalizzare e disinnescare la potenza sovversiva del vuoto come pura negazione/pura destituzione riconducendolo costantemente nell‟alveo rassicurante del senso, del discorso e della presenza. Prospettive costituenti che esercitano dunque una repressione preventiva su ogni possibile negazione/diserzione irreversibile e che invocano un rientro nel processo riproduttivo della società capitalistica, spacciando per liberatoria la presa di una parole divenuta ormai irrémédiablement pourrie e che nella migliore delle ipotesi diventerà ritornello incantante per l‟eterna riproduzione dell‟esistente.