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ELENA CONSIGLIO

La discriminazione tra eguaglianza e libertà

Abstract

Nel discorso comune, il principio di non discriminazione è un baluardo a difesa dell’eguaglianza, e l’ingiustizia della discriminazione consiste nel privare individui e gruppi della titolarità e del godimento di beni e diritti a causa di un certo tratto, come il colore della pelle, l’origine o il genere. Eppure, non tutte le tesi sulla giustificazione del diritto antidiscriminatorio si fondano su questo valore. Si è sostenuto, infatti, che sia piuttosto la protezione della libertà la ragione ultima delle proibizioni in materia di discriminazione, che si giustificano in base al diritto di realizzare autonomamente la propria individualità. Altre tesi affermano che l’obbligo di non discriminare sussiste perché la discriminazione è un comportamento irrazionale basato su stereotipi e pregiudizi, oppure perché chi discrimina non tratta le persone secondo il merito. Infine, alcuni ritengono che l’ingiustizia della discriminazione consista nello sminuire l’eguale valore morale dell’altro. Esplorando questi diversi approcci, l’autrice illumina un tema poco discusso dalla filosofia giuridica italiana, al fine di stimolare il dibattito su una materia che necessita ancora elaborazione teorica, nella convinzione che la critica morale al diritto possa portare al suo miglioramento, e con l’intento di fornire strumenti utili ai giuristi nei casi concreti.