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MARIA ESMERALDA BUCALO

IL CASO MORTIER C. BELGIQUE: LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO VERSO L’ELABORAZIONE DEL DIRITTO ALL’EUTANASIA? DIFFERENZE E SIMILITUDINI FRA ROMA E STRASBURGO

Abstract

Il saggio analizza la sentenza Mortier c. Belgique, con la quale la Corte EDU ha ritenuto lesiva dell’art. 2 della Convenzione la legge belga che ammette l’eutanasia, poiché carente di un sistema di controllo idoneo a verificare, in modo imparziale, la correttezza della procedura atta a procurare la morte. I giudici europei sembrano avere sottovalutato, però, il dovere dello Stato di assicurare – in linea coi precedenti della stessa Corte – la piena autodeterminazione della persona che riceve l’atto eutanasico, soprattutto, se affetta da disturbi psichiatrici. In assenza di una tale garanzia, infatti, il margine di apprezzamento dei legislatori nazionali potrebbe spingersi sino al punto da sancire l’esistenza di un nuovo diritto (non a una morte dignitosa, ma) all’eutanasia. L’analisi della pronuncia viene svolta anche alla luce di un confronto della sentenza della Corte costituzionale italiana sul “caso Cappato”, evidenziandone le similitudini ma anche le molte differenze.