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LOREDANA BELLANTONIO

Migrazione e memoria (labile)

Abstract

Ricordo una vignetta che girava sui social network, apparsa qualche tempo fa in seguito ad uno dei tanti, troppi, naufragi che costarono la morte a centinaia di persone, che aveva per tema l’emigrazione: una bambina, che evidentemente rappresentava il pensiero dei più, esprimendo una falsa coscienza e un atteggiamento quasi incredulo, si rivolgeva ad un giovane ragazzo di colore chiedendogli: « Perché emigrate se forse morirete durante il viaggio? ». La risposta, laconica e lapidaria, « Per quel “forse” », è suYciente a spiegare che siamo di fronte a emigrazioni forzose, a viaggi intrapresi perché non ci sono alternative. Quel “forse” ha continuato a ripresentarsi e a farmi riflettere sul dramma che spinge migliaia di persone a cercare salvezza in territori creduti ospitali e fiorenti, ai genitori che oVrono ai loro figli l’unica possibilità di sopravvivenza attraverso un viaggio insicuro e una meta incerta. Sentimentalismo? No, realismo. Coscienza di un dramma epocale che specialmente noi italiani non dovremmo tardare a comprendere dato il nostro recente passato fatto di emigrazioni, di soprusi e sfruttamento.