Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

IGNAZIO BUTTITTA

Magia, religione e pratiche rituali

Abstract

La pratica magica, non solo a livello “popolare”, non sembra escludere quella religiosa e viceversa e ciò che a noi può apparire abominevole sincretismo magico-religioso, all’interno di una diversa concezione del mondo e della vita, è, piuttosto, un fatto omogeneo dove la comune distinzione operata tra magia e religione risulta essere, di fatto, arbitraria. Già De Martino, che aveva sottolineato la «particolare accentuazione magica del cattolicesimo meridionale», rilevava come la identificazione del carattere di certi fenomeni rituali dipendeva da categorizzazioni storicamente e culturalmente condizionate tanto che il carattere originario di certe formule magiche folkloriche si rivelava essere, a un’attenta analisi, “mitico-religioso”. Tenendo presenti queste osservazioni, rileviamo che la magia popolare siciliana, pur essendo fondata, al pari del cristianesimo, sulla credenza che esistano forze extra-terrene e entità spirituali, «non demanda alla libera volontà di tali esseri superiori la soluzione dei problemi contingenti, né affida alla speranza di un al di là, il riscatto di ogni male storico . Piuttosto usa il Cristo, la Vergine, i Santi e altre presunte entità spirituali come forze capaci di intervenire nel mondo degli uomini, sotto il controllo dell’uomo stesso».