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IGNAZIA MARIA BARTHOLINI

Dalla “libertà da” alla “libertà di”. Il pensiero contemporaneo al femminile nella ridefinizione dei confini dell’empatizzare, del pensare, del disgusto e della vergogna

Abstract

Descrivere qual è il contributo del femminile alla riflessione contemporanea significa fare i conti con un pensiero di “genere” che accoglie il passaggio dalla “libertà da” come libertà negativa alla “libertà di” come libertà di empatizzare (1), di giudicare e volere autonomamente (2), di porre a fondamento del suo stesso essere persona plurale la capacità di provare disgusto e vergogna al di fuori di ogni pensiero dominante (3). In questo processo triadico, ascrivibile nella sua genesi ad Edith Stein (l'empatizzate), Hannah Arendt (il pensare e il volere con l'autonomia del paria) e Martha Nussmaum (il perdonare)si definisce la possibilità/capacità della donna di realizzare quella discontinuità con il passato che rende possibile la “libertà di” esserci, qui ed ora, consapevolmente, interpretando e orientando il presente attraverso le proprie peculiarità riflessive e culturali.