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IGNAZIA MARIA BARTHOLINI

La riabilitazione extramuraria e il donum/munus del tempo restituito

Abstract

Il saggio in oggetto, dopo aver fatto riferimento alla letteratura sociologica contemporanea, analizza e ai dati statisti degli ultimi anni (fonti Istat) relativi alla presenza dei detenuti nei 206 istituti penitenziari del territorio italiano, si sofferma sulla funzione delle «misure alternative» alla detenzione. Queste ultime fanno riferimento a un insieme di istituti che attraverso il reinserimento la cosiddetta «esecuzione penale esterna», offrono un’alternativa al sistema di giustizia penale ordinario, caratterizzato dall’impiego del processo penale e della detenzione, e mirano, per convesso, ad evitare la permanenza delle persone negli Istituti penitenziari o a ridurre la durata della pena. Al fine di verificarne la validità, l’autrice svolge dieci interviste biografiche a detenuti della Casa Circondariale di Trapani ammessi al beneficio della pena. I risultanti della ricerca evidenziano come le misure delle esecuzione penale esterna si basino su una sottrazione del tempo della vita personale, da parte del detenuto, che si trasforma in “tempo donato”. attraverso il lavoro che egli stesso svolge. Tempo “donum-munus” che diviene il mezzo per un processo di ricostruzione identitaria e per un’eventuale reintegro del detenuto nel modo esterno. Attraverso la riabilitazione extramuraria, il Legislatore non si limita, a sottrarre del tempo al detenuto, ma consente un progetto di ricostruzione del sé e un rapporto di riconoscimento fra coloro che operano per conto dell’Istituzione e coloro su cui si indirizza la misura alternativa alla detenzione, in uno “scambio donativo” non fondato su beni equivalenti e in cui «messa alla prova», diviene allora «quel dono che dona senza donare niente e senza che nessuno doni niente» – niente se non il tempo della persona e per la persona.