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EMILIO BADALAMENTI

Tempi e modi di un’invasione incontrastata: Pennisetum setaceum (Forssk.) Chiov. (Poaceae) in Sicilia.

  • Autori: Pasta, S; Badalamenti, E; La Mantia, T;
  • Anno di pubblicazione: 2010
  • Tipologia: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
  • Parole Chiave: aliene, biodiversità, invasioni, alloctone, autoctone
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/55309

Abstract

Circa 50 anni fa venivano segnalati a Catania e a Palermo i primi due casi di spontaneizza-zione di Pennisetum setaceum (Forssk.) Chiov. sul territorio siciliano. Dopo un breve periodo di latenza, questa pianta paleotropicale ha cominciato a diffondersi sempre più rapidamente, tanto che oggi l'adozione di scelte d'intervento assume carattere d'urgenza per via del pesante impatto che essa ha sia sulle comunità pre-forestali (macchie degradate e garighe) sia sulle praterie perenni e annue locali. Dopo aver fornito una panoramica sul comportamento di questa xeno-fita, viene analizzato il suo processo di espansione in Sicilia e viene comparata l'ampiezza della sua nicchia ecologica con quella delle due poacee che dominano le praterie perenni maggior¬mente esposte alla sua invasione, cioè Ampelodesmos mauritanicus (Poir.) Dur. et Schinz ed Hyparrhenia hirta (L.) Stapf. Corroborato da rilievi a carattere floristico-vegetazionale, il presente studio ha consentito di: 1) ricostruire le tappe e quantificare l'entità della diffusione di P. setaceum, evidenziando la recente accelerazione di tale processo; 2) valutare se e in quale misu¬ra P. setaceum interagisca con A. mauritanicus e H. hirta ed influisca sulla composizione e la struttura delle praterie xeriche locali; 3) prevedere il possibile trend della sua diffusione sul ter¬ritorio regionale. Per valutare al meglio l'incidenza di P. setaceum sulla fitodiversità locale e la sua capacità di invasione resta molto da fare: va infatti creata una più ampia rete di monitorag¬gio, focalizzando le future ricerche su aspetti che si sono rivelati cruciali ai fini del successo di P. setaceum su scala planetaria, quali: 1) influenza del micro- e mesoclima sul ciclo vitale; 2) ciclo riproduttivo (es.: vettori e rapidità di dispersione, ruolo della banca di semi nel suolo, ecc.); 3) efficienza fotosintetica; 4) allelopatia e meccanismi di allocazione dei metaboliti; 5) frequenza ed intensità del disturbo; 6) sociabilità. Si sottolinea infine la necessità di affiancare all'attività di monitoraggio quella di controllo delle popolazioni affermate e di eradicazione sistematica delle nuove metapopolazioni per scongiurare un'autentica catastrofe a carico degli ecosistemi costieri dell'isola.