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ANTONINO BLANDO

IL RISORGIMENTO DI PITRE. LA POLITICA DELL'ITALIA NUOVA

Abstract

Qui cercheremo di mostrare il legame tra Pitrè studioso e politico, partendo dalla convinzione che i due aspetti siano inscindibili. Tappa fondamentale del suo percorso politico è l’approdo al sicilianismo politico di inizio Novecento, sotto l’incedere delle trasformazioni del paese.Erano soprattutto il problema della mafia e il contrasto all’avanzata dei partiti. Erano soprattutto il problema della mafia e il contrasto all’avanzata dei partiti clericale e socialista ad intrecciarsi nell’azione di Pitrè Nell’affrontare l’arena politica egli non nutriva, da buon garibaldino com’era stato, alcuna nostalgia per il passato, né tanto meno paura del presente; e certo non pensava di dover tornare a La vita a Palermo cento e più anni fa, come recita il titolo di un suo famoso libro, altrimenti non avrebbe mai fatto la rivoluzione. Per questo rimarrà sempre fedele a Francesco Crispi e alla monarchia, combattendo contro chi metteva in dubbio, a suo parere, l’Unità e il ruolo fondamentale avuto dall’isola garibaldina nel Risorgimento, perché senza la Sicilia non ci sarebbe stata l’Italia nuova. Pitrè non tollerava che all’immagine di un’isola rivoluzionaria e per un quindicennio all’opposizione politica del nuovo stato italiano, così come lo era stata per quello borbonico, si sostituiva quella della Sicilia delinquente, senza storia e cultura, in cui la politica era nulla e la mafia era tutto.