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TOMMASO ABBATE

La fortezza perduta: due ipotesi ricostruttive sul Castellammare di Palermo

Abstract

L’uso di modelli digitali per lo studio e la prefigurazione dell’architettura è divenuta negli ultimi venti anni una prassi che può ritenersi consolidata; i modelli digitali hanno aperto nuove prospettive di ricerca anche all’indagine storica, specie se condotta su manufatti diruti. In alcuni casi il modello digitale costituisce una soluzione efficace per la prefigurazione di progetti mai realizzati o per l’anastilosi virtuale di edifici perduti; la validità scientifica di tali modelli è strettamente legata alla coerenza delle metodologie di ricostruzione adottate, ad un sistematico ricorso alle fonti documentarie e alla validazione di precedenti ipotesi ricostruttive. Il presente contributo propone due ipotesi ricostruttive sul Castellammare di Palermo, monumento di cui rimangono solo pochi ruderi a causa delle demolizioni eseguite nel 1922. Le due ricostruzioni, fondate sull’analisi delle fonti iconografiche e archivistiche, conducono alla formulazione di nuove ipotesi sulle vicende costruttive della fabbrica, tuttora poco note.