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GAETANO AMATO

Duro biologico, cosa emerge

  • Autori: Quaranta F., Dettori M., Mameli L., Podda E., Amato G., Giambalvo D., Frenda A.S., Ingraffia R., Tedone L., Schiavone D., Virzì N, Sciacca F., Pesce A.M., Palumbo M., Troccoli A., Paone S., Fornara M., Belocchi A., Benedetti L., Mazzon V., Mariotti R., Basili O., Bottazzi P., Petrini A., Fuselli D., Mazzieri G.
  • Anno di pubblicazione: 2020
  • Tipologia: Articolo in rivista
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/436940

Abstract

Anche nella coltivazione in regime biologico la conoscenza delle caratteristiche delle migliori varietà disponibili è di primaria importanza perché permette di scegliere la semente più adatta ai singoli ambienti cercando di conciliare esigenze produttive e qualitative e rendendo ancora più interessante questo metodo di coltivazione, soprattutto in quegli areali dove l’incremento delle rese risulta limitato da condizioni pedoclimatiche marginali. Sono state realizzate prove di confronto di 21 varietà in 10 località dell'Italia centro-meridionale utilizzando uno schema sperimentale a blocchi randomizzati con 3 o 4 ripetizioni. L'analisi dei risultati dell'ultimo quinquennio ha consentito di evidenziare come Emilio Lepido, Iride, Antalis, Claudio, Marco Aurelio, e Monastir siano le varietà più stabili dal punto di vista produttivo.