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mister

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Tale analisi consente di controllare non soltanto i livelli massimi raggiunti, ma anche per quale percentuale di un significativo periodo di osservazione, ogni livello di flicker prestabilito sia stato superato. Per considerare tutti i casi, è utile ricorrere ad un approccio statistico; occorre quindi determinare una funzione che metta in correlazione i livelli di percezione del flicker e le corrispondenti percentuali di durata sull’intero periodo di osservazione.

Per determinare questa funzione, vengono classificati i livelli di S(t) secondo il loro valore, ottenendo così la loro distribuzione in base alla frequenza (v. esempio di Fig. 2); alla fine del periodo di osservazione, viene calcolata la curva di probabilità cumulativa o CPF (Fig. 3), nella quale sono contenute le informazioni da cui è possibile estrarre il valore PST della severità del flicker di breve durata.

Poiché tali curve non seguono un tipo di distribuzione standard, non è possibile caratterizzarle con pochi parametri, quali valore medio o deviazione standard; occorre invece un metodo a più punti capace di caratterizzare una qualsiasi curva CPF.

L’algoritmo suggerito dalla Norma per il calcolo di PST è il seguente:

 

                                                                                 (1)

 

dove i Ki sono dei coefficienti di ponderazione, e i Pi sono i percentili, ovvero i livelli di S(t) superati solo per lo i % del periodo di osservazione; i percentili che devono essere presi in considerazione sono: P0,1, P1, P3, P10 e P50.

Il punto di riferimento al 50 %