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"Un medico, un eroe normale": allo Steri l'eredità di Paolo Giaccone tra commozione e testimonianze

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Le note di Chopin, amate dal professor Paolo Giaccone, hanno accompagnato le immagini del mini-documentario proiettato ieri nella Sala Magna dello Steri, aprendo un momento di intensa emozione e di profonda riflessione.

Sul volto sorridente del medico legale, ucciso dalla mafia l’11 agosto 1982 tra i viali del Policlinico di Palermo, si è intrecciata la memoria di un uomo che ha fatto della verità e dell’onestà professionale la propria ragione di vita, fino al sacrificio estremo.

L’Università degli Studi di Palermo e l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Paolo Giaccone” hanno promosso la giornata di studi “Un medico, un eroe normale”, per ricordare il docente che rifiutò di alterare una perizia balistica decisiva per individuare i responsabili della cosiddetta “strage di Natale” di Bagheria, costata la vita a quattro persone.

L’incontro, denso di partecipazione e di testimonianze, ha riunito autorità istituzionali, accademiche e giudiziarie assieme a colleghi, studenti e cittadini, in un abbraccio collettivo dedicato a un uomo simbolo di rettitudine morale, coraggio civile e amore per la verità.

Il mini-documentario realizzato da Antonio Macaluso per conto del Policlinico ha ripercorso, attraverso immagini, testimonianze e documenti inediti, la vita e l’impegno di Giaccone, restituendone anche la dimensione più intima e umana. «Era un uomo curioso, con una cultura vastissima, dalla lettura alla musica» – ha ricordato Milly Giaccone, la figlia, la cui testimonianza ha rappresentato uno dei momenti più toccanti della giornata.

Nel corso dell’evento è stato presentato anche il murale dedicato al Professore, realizzato dall’artista Igor Scalisi Palminteri sulla facciata della direzione del Policlinico. L’opera, nata da una raccolta di firme che ha coinvolto oltre mille tra studenti, medici e cittadini, e co-finanziata da Università e Azienda ospedaliera, è un segno tangibile della volontà di mantenere viva la sua memoria e trasmetterne i valori alle nuove generazioni.

«Paolo Giaccone non cercò l’eroismo, ma lo incarnò con la sua integrità morale, la sua fedeltà al dovere, la sua scelta di non voltarsi dall’altra parte. Come Università – ha sottolineato il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri - custodiamo il suo esempio non come un ricordo distante, ma come un’eredità viva che continua a interpellare le nostre coscienze e a orientare la formazione delle nuove generazioni».

«Ricordare Paolo Giaccone – ha dichiarato la direttrice generale del Policlinico, Maria Grazia Furnari – non è solo un atto di memoria, ma un dovere morale e civile. Il suo esempio ci richiama ogni giorno alla responsabilità di servire le istituzioni con onestà, competenza e coraggio. Come Azienda Ospedaliera che porta il suo nome, sentiamo forte l’impegno a custodirne l’eredità, promuovendo una cultura della legalità e della trasparenza nella sanità pubblica».

«È importante che i nostri giovani – ha detto il presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia, Marcello Ciaccio conoscano la storia di Paolo Giaccone, perché solo attraverso la memoria si costruisce un futuro fondato sulla legalità e sul rispetto dei valori etici della professione medica».

Durante la giornata di studi, moderata dalla giornalista Tiziana Lenzo, sono intervenuti, tra gli altri, Giampiero Cannella, assessore comunale alle Politiche Culturali; Patrizia Adorno, vice prefetto vicario; Laura Vaccaro, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Palermo; Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia; Carlo Lenzi, sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo; Paolo Procaccianti e Antonina Argo, rispettivamente ex e attuale responsabile della Medicina legale del Policlinico; Alessandra Dino, ordinario di Sociologia giuridica e della devianza; il giornalista di La Repubblica Salvo Palazzolo.

«Oggi la sfida – ha detto il procuratore aggiunto Laura Vaccaro – è mettere insieme memoria e impegno. Serve una magistratura attrezzata e libera dal potere politico».

Il presidente della Commissione Antimafia, Antonello Cracolici, ha ricordato come «Paolo Giaccone morì in una Sicilia che negava l’esistenza della mafia e in un’Italia che si voltava dall’altra parte».

 

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