Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

Si inaugura l’a.a. del dottorato in “Studi letterari, filologico-linguistici e storico culturali”

30-nov-2015

Ascolta

Sarà inaugurato giovedì 3 dicembre, al Teatro Biondo, l’anno accademico del dottorato in “Studi letterari, filologico-linguistici e storico culturali” del Dipartimento di Scienze Umanistiche. Protagonisti dell’evento saranno i giovani migranti che seguono i corsi di italiano presso la Scuola di lingua italiana per Stranieri dell’Università di Palermo, ItaStra.
Sul palcoscenico del Biondo si alterneranno: “Echi della lunga distanza”, lo spettacolo, ideato dal regista e narratore iracheno Yousif Latif Jaralla, che racconta storie di ragazzi che hanno attraversato il Mediterraneo per sfuggire alla guerra, alle persecuzioni, alla fame; Tullio Telmon, linguista e dialettologo, e Franco Lorenzoni, autore del libro “I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica” che consegneranno al professore Giovanni Ruffino, decano della scuola di linguistica italiana dell’università di Palermo e presidente del Centro di Studi filologici e linguistici siciliani, la medaglia di “Benemerito dell'Ateneo di Palermo”; la proiezione di frasi in lingua italiana accompagnate da foto di Antonio Gervasi che testimoniano la nuova vita dei giovani migranti a Palermo e nelle aule della Scuola di italiano dell’Ateneo.
Nel corso della manifestazione saranno anche consegnati gli attestati Cils (Certificazione di Italiano come lingua straniera) alle donne migranti del progetto Fei "I Saperi dell'Inclusione", che hanno superato brillantemente l'esame dopo aver seguito i corsi di lingua e cultura italiana di ItaStra. Attestati anche per i minori da tempo inseriti nei processi di inclusione linguistica della Scuola.
Infine, alle comunità che accolgono i giovani migranti saranno consegnati 25 computer messi a disposizione da Unicredit.
“Con lo spettacolo e l'inaugurazione del dottorato, l'Università si apre alla città – dice il coordinatore del Dottorato Mari D'Agostino – e sul palco non ci saranno solo i minori: insieme a loro ci sarà un popolo di cinquanta migranti che ascolterà, insieme al pubblico in sala, le storie dei loro figli, fratelli, amici”.