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RICERCA/Sulla rivista scientifica “PlosOne”, studio della Sezione di Biologia e Genetica

8-ago-2012

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Uno studio, condotto dai ricercatori della sezione di Biologia e Genetica del Dipartimento di Biopatologia e Biotecnologie Mediche e Forensi, ha identificato nuovi possibili bersagli terapeutici nella lotta contro forme farmaco - resistenti di Leucemia Mieloide Cronica. La leucemia mieloide cronica è una neoplasia del sistema emolinfopoietico caratterizzata dalla proliferazione incontrollata di cellule della linea mieloide. Poiché molti pazienti acquisiscono resistenza al farmaco d’elezione, l’Imatinib, è sempre più importante studiare possibili alternative terapeutiche. La ricerca in oggetto, coordinata dai professori Riccardo Alessandro e Giacomo De Leo e resa possibile grazie anche ad un finanziamento della Tactical Therapeutics Inc, un’azienda con sede a New York (USA), ha valutato il ruolo del carbossiamidotriazolo orotato (CTO), un farmaco realizzato dalla stessa azienda americana, come inibitore della proliferazione tumorale e del processo di formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi).
In particolare, i ricercatori hanno evidenziato che le cellule leucemiche rilasciano delle nanovescicole, chiamate esosomi, che determinano un aumento della vascolarizzazione tumorale e pertanto facilitano la crescita della massa neoplastica. Negli ultimi anni si è  attribuito un ruolo sempre più importante agli esosomi nei processi di comunicazione cellulare sia in condizioni fisiologiche quali l’immunità, lo sviluppo embrionale ed il differenziamento che in stati patologici come ad esempio il cancro o alcune malattie neurodegenerative.
Nel lavoro che sarà pubblicato nel mese di Agosto dalla rivista PlosOne è stato dimostrato che non solo il CTO è in grado di bloccare la crescita della massa tumorale indotta nei topi dall’inoculo di cellule di leucemia mieloide cronica resistenti all’Imatinib ma che per la prima volta un farmaco è in grado di revertire gli effetti proangiogenetici mediati dagli esosomi.  Tali risultati, se confermati dalle sperimentazioni cliniche che la Tactical Therapeutics inizierà nei prossimi mesi negli Stati Uniti, suggeriscono che il CTO possa rappresentare una valida alternativa terapeutica per il trattamento della leucemia mieloide cronica soprattutto in quei casi che mostrano l’acquisizione di farmaco-resistenza.