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LE PRIME DONNE ALL’UNIVERSITÀ DI PALERMO

15-giu-2021

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È Giuseppina Cinque la prima donna a laurearsi in Medicina e Chirurgia alla Regia Università degli Studj di Palermo nell’anno accademico 1891-1892. Alla pagina 110 dell’annuario dell’anno accademico successivo, esposto nella teca, il suo nome compare però al maschile: “Giuseppino” anziché “Giuseppina” [foto 4.1]. Viene da chiedersi se il refuso non sia frutto di un ambiente culturale nel quale veniva ancora spontaneo pensare che in quegli anni, a Palermo, gli studi universitari fossero considerati ancora come monopolio degli uomini. La vicenda presenta per certi versi un curioso parallelismo con quanto si legge nel registro di immatricolazione dell’Università di Heidelberg del 1900. Al numero 204, infatti, il nome della prima donna a immatricolarsi, Georgine Sexauer, non si trova scritto per esteso, come tutti gli altri, ma risulta abbreviato in Georg., dando così l’impressione, a una lettura non attenta, che si trattasse di uno studente di nome Georg[foto 4.1-bis].


Tra i fascicoli degli studenti già catalogati, l’Archivio Storico di Ateneo conserva quello del secondo percorso di formazione intrapreso da Giuseppina Cinque all’Università di Palermo. Subito dopo la laurea in Medicina in Chirurgia, infatti, paga la somma di 40 lire come tassa di immatricolazione al Corso per la licenza nelle Scienze naturali (come attestato nella ricevuta esposta nella teca [foto 4.2]), conseguendo il Diploma finale nei primi mesi del 1893 dopo avere sostenuto alcuni esami obbligatori (Fisica sperimentale; Chimica generale; Mineralogia e Geologia; Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparate; Botanica). Ad attestarlo è un estratto a firma del preside della Facoltà di Matematica, Francesco Caldarera (1825-1920), che “accorda alla Signorina Cinque, laureata in Medicina e Chirurgia, la licenza nelle Scienze Naturali” [foto 4.3]. Nella teca è esposta anche la ricevuta della tassa di due lire e 50 centesimi pagati il 2 febbraio 1823 per ottenere il Diploma di licenza [foto 4.4].


La prima donna a insegnare nell’ateneo palermitano è Margherita Piazzolla Beloch (1879-1976), figlia del noto storico tedesco Karl Julius Beloch (1854-1929) e della statunitense Bella Bailey (1850-1918). Dopo la laurea in matematica a Roma, dove era stata allieva di Guido Castelnuovo  (1865-1952) e sua assistente, passò come assistente a Pavia nel 1919 e poi a Palermo nel 1920. Conseguita la libera docenza in “Geometria analitica e proiettiva” nel 1924, insegnò “Geometria descrittiva con disegno” nella facoltà di Scienze fino al 1928, quando si trasferì come Professore ordinario all’Università di Ferrara dopo avere vinto il concorso alla cattedra di “Geometria analitica e proiettiva”. Come risulta dalla lettera del 7 gennaio 1928 esposta nella teca [foto 4.5], è la stessa Margherita Beloch a comunicare l’esito favorevole del concorso al Rettore dell’Università di Palermo. Nel suo fascicolo tratto dalla serie Docenti conservata nell’Archivio Storico si trova anche un’altra lettera di pari data [foto 4.6, foto 4.7], nella quale scrive al Rettore:

“In ordine alla esclusione fatta dalla Segreteria del mio Corso libero dal novero dei corsi retribuiti faccio rispettosamente osservare alla S[ignoria] V[ostra] che mentre la Segreteria in un primo momento, come la S[ignoria] V[ostra] sa, mi comunicava che l’esclusione era dovuta al fatto che io avessi avuto un incarico, ora adduce delle argomentazioni di indole tale che sarebbe stato necessario un parere della Facoltà di Scienze, perché i Segretari non sono competenti a giudicare se un dato argomento, pur portando eventualmente un nome analogo a qualche argomento del corso ufficiale possa o no avere carattere di complemento. – Il mio Corso è stato un corso perfettamente diverso, per indole e per scopi, del Corso ufficiale. Mi permetto perciò di protestare presso la S[ignoria] V[ostra] per il fatto che mi si vuole sottrarre ciò che mi è effettivamente dovuto.
In ogni caso prego la S[ignoria] V[ostra] che su questo argomento venga interpellata la Facoltà.Intanto porto a conoscenza della S[ignoria] V[ostra] che al mio Corso erano iscritti 80 studenti.”

 

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