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ATENEO/L’Università di Palermo approva il piano-anticorruzione

17-mag-2013

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Un piano anti-corruzione che metta al riparo l’Università di Palermo da abusi e comportamenti illeciti in tutte le attività: scientifiche, formative ed amministrative. Il piano è stato approvato dal Consiglio di amministrazione dall’Ateneo in anticipo sul varo a livello centrale del Piano nazionale anticorruzione. Il documento prevede formazione dei dipendenti, rotazioni periodiche del personale, controlli serrati su concorsi e appalti ed è stato illustrato, nel corso di una conferenza stampa dal rettore Roberto Lagalla, dal direttore generale Antonio Valenti, dal dirigente dell’Area Affari generali e legali Sergio Casella, che è stato nominato responsabile della prevenzione della corruzione e che ha predisposto il piano, d’intesa con i vertici dell’Università e con il supporto di uno staff di esperti e funzionari.
Il concetto di corruzione si applica in Ateneo a tutte le situazioni di rilevanza penale in cui, nel corso dell’attività proprie dell’amministrazione, “si verifichi l’abuso, da parte di un soggetto, del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati ma anche – a prescindere dalla rilevanza penale - a tutte le situazioni in cui si evidenzi “un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite”.
Per cominciare, gli uffici dell’Università, in ragione delle loro funzione, sono stati classificati in diverse fasce di rischio: ad alto rischio sono il dirigente dell’Area patrimoniale e negoziale, il direttore, il presidente e i responsabili dei centri di gestione (cioè i soggetti che si occupano di procedure d’appalto per lavori, forniture e servizi) i dirigenti delle aree dell’amministrazione centrale e i presidenti, i direttori, i responsabili amministrativi dei centri di gestione.
Il piano prevede che il responsabile anti-corruzione proponga al direttore generale, previa intesa con i dirigenti, la rotazione periodica dei dipendenti, effettuata con l’accortezza di mantenere continuità e coerenza degli indirizzi e le necessarie competenze delle strutture. I dipendenti dei settori particolarmente esposti al rischio di corruzione saranno inoltre avviati a percorsi formativi sui temi dell’etica e della legalità che saranno assicurati, in primo luogo, da strutture interne dell’Ateneo e successivamente dalla Scuola superiore della Pubblica amministrazione. La formazione riguarderà innanzitutto i responsabili amministrativi dei dipartimenti e i loro vicari, i responsabili amministrativi dei Centri Servizi Generali delle facoltà, nonché i responsabili amministrativi dei Poli decentrati. Come prevede il piano, l’Ateneo avvierà a breve il monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti che intrattengono rapporti di tipo economico a qualunque titolo, controllando gli eventuali rapporti di parentela o di affinità tra i soggetti coinvolti.
“Nell’ambito della legalità e della trasparenza – dice il rettore – abbiamo già portato al traguardo interventi importanti quali l’adozione del Codice etico, a dicembre del 2010, e del Piano triennale per la trasparenza e l’integrità, a gennaio 2011. Come segnale di attenzione alla rilevanza dei comportamenti dei singoli operatori, oltre all’attività dell’Ufficio procedimenti disciplinari, con competenza nei confronti del personale tecnico amministrativo, abbiamo costituito il Collegio di disciplina dell’Università di Palermo, organo deputato a svolgere funzioni istruttorie nell'ambito dei procedimenti disciplinari promossi dal rettore nei confronti dei professori e ricercatori e a esprimere in merito il parere conclusivo”.
“Continueremo a curare – aggiunge il direttore generale, Antonio Valenti - la piena attuazione nell’Ateneo del principio della trasparenza, finalizzata all’efficienza, alla prevenzione della corruzione al miglioramento dei servizi prestati dall’Università, attraverso la sezione del nostro sito web, denominata “Amministrazione trasparente” , che si è qualificata al quarto posto nella classifica della trasparenza dei siti web delle Università effettuata dal ministero. Su questa sezione sono già consultabili per esempio oltre i curricula dei dirigenti, dei responsabili delle strutture e i tassi di assenza e presenza del personale, i dati relativi agli Enti partecipati e agli incarichi di collaborazione. Si evidenzia che l’amministrazione è molto attenta sul piano disciplinare. In particolare ciò si è tradotto nell’espletamento di 66 procedimenti disciplinari nei confronti del personale tecnico amministrativo nell’ultimo triennio e alla sospensione cautelare dal servizio di dipendenti coinvolti in procedimenti penali per la commissione di fatti relativi alla attività lavorativa”.
Il rettore ha anche illustrato gli ultimi provvedimenti adottati nel segno del risparmio. In particolare il taglio al parco macchine della struttura centrale e di tutto l’Ateneo. Delle 9 auto di rappresentanza in servizio nella struttura centrale, ne sono state mantenute 3, e tutte di cilindrata inferiore a 1600: una riservata al rettore, le altre due destinate agli spostamenti a fini istituzionali del direttore generale e dei dirigenti. Ne esiste poi una quarta, un’utilitaria utilizzata per il servizio posta e recapito. A livello complessivo, il numero di 90 auto che esistevano in tutte le strutture dell’Ateneo si sta riducendo esclusivamente a quelle vetture utilizzate dai dipartimenti per attività di ricerca e di laboratorio. “Abbiamo posto in essere la spending review – dice il rettore - molto prima che diventasse un obbligo di legge.