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ZEILA TESORIERE

Architettura per il terzo fragile. I patrimoni di Pizzo Sella fra riuso sociale, sostenibilità civica e giustizia spaziale

Abstract

Il territorio palermitano è il primo in Europa per presenza di beni confiscati. I casi sono diverse migliaia e compongono una realtà emblematica rispetto ai fattori di fragilità sociali e spaziali dei ter-ritori contesi fra crimine e giustizia, in cui spicca la vicenda iconica e irrisolta di Pizzo Sella. La ricerca di cui quest’articolo restituisce alcuni risultati indaga quindi il rapporto fra la produzio-ne dell’architettura della res publica e i contesti in cui il concetto di Pubblico è in panne, in cui la diversione dalla legge e l’antagonismo esercitato da forze illegali non sono un’aberrazione tempora-nea, ma la regola, e lasciano tracce materiali sui modi di produzione delle forme costruite. L’articolo ripercorre i momenti salienti della vicenda di Pizzo Sella, situando sullo sfondo di uno scontro infinito fra diritto e delitto la necessità del progetto di architettura come insostituibile tra-sformatore di spazi e linguaggi, senza il quale la transizione dei beni confiscati a beni pubblici non può dirsi compiuta. In parallelo, si svolgono alcune riflessioni sollevate da questo caso circa l’ampliamento delle acce-zioni relative ad operatori spaziali polisemici e flessibili quali i concetti di patrimonio e di sostenibi-lità, mentre si evidenziano a corollario i limiti della gestione e della comunicazione relativa ai beni confiscati nel territorio palermitano, l’effetto che ciò ha sul riuso sociale, alcune ipotesi operative in conclusione.