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ZEILA TESORIERE

Rendre public. L'infrastructure à l'épreuve de l'antiville mafieuse

Abstract

Il testo discute alcuni dei risultati di una ricerca pluriannuale finanziata dal Ministère de l’Education in Francia, svolta presso il LIAT, UMR de l’ENSA Paris Malaquais. Essa affronta la questione della crisi del sistema degli edifici e spazi pubblici e della stessa nozione di Pubblico in territori fortemente marcati dalla capacità economica e politica di forze antidemocratiche di produrre il costruito. Le materie urbane illegali sono oggetti controversi delle nostre democrazie. La transizione giuridica al patrimonio dello Stato determinata dalle sentenze di confisca è condizione necessaria ma non sufficiente alla loro piena transizione a beni pubblici. L’architettura viene chiamata in causa da questo tema che aggiorna le politiche della “giustizia spaziale”. Sulla base di fonti inedite ed originali, la ricerca ricostruisce la controversa vicenda di Pizzo Sella, collina che borda la città di Palermo, oggetto dell’ultimo violentissimo attacco dell’edilizia speculativa mafiosa compiuto fra gli anni Settanta e Ottanta, confiscato nel 2000 e oggi parte dei beni pubblici della città di Palermo. Chiedendosi in che modo rendiamo pubblici tali edifici, la ricerca descrive caratteri formali e potenzialità spaziali di ciò che è stato costruito dalle forze antidemocratiche a forte capacità finanziaria, operanti incontrastate in molte città alla fine del Novecento, dimostrando che la dimensione semantica e linguistica del costruito illegale resta da indagare. Definire i modi del progetto di architettura per i beni confiscati significa intervenire sul costruito compiuto, incompiuto o obsolescente del secondo Novecento, aggiornando le questioni della sostenibilità, estesa alle sue accezioni socioeconomiche, oltre che ambientali, ed esplorando valori che innovano il concetto di patrimonializzazione, all’intersezione con le consuete aggettivazioni paesaggistiche e storico-artistiche.