Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

ZEILA TESORIERE

Il centro commerciale come palinsesto aumentato. Innovazioni nell’edificio pubblico

Abstract

L’articolo discute alcuni caratteri architettonici del centro commerciale inteso come impianto su cui la riflessione disciplinare può operare nuovi indirizzi di intervento, attraverso una lettura genealogica con particolare riferimento alla pianta. L’ideale dell’open space, ipotesi di totale libertà della pianta senza tramezzi divisori, viene acquisito negli ultimi trent’anni del Novecento dagli architetti radicali. Le supersuperfici neutre che fanno riferimento al supermercato, lo promuovono a sintesi di ogni spazialità perché ciò sia un monito, espresso attraverso l’evocazione di un universo distopico in cui ogni significato sociale si esprimerà attraverso la produzione e la vendita delle merci. Questo schema di spazio interno ritmato solo dagli espositori dei prodotti si è nel tempo imposto per la sua flessibilità e economicità ed è da molti anni in trasposizione ad altri impianti, dal museo ad altri luoghi in cui i servizi si fondono con l’intrattenimento culturale e con lo shopping. L’avvento della logistica digitale spinge però oggi al limite quello schema di partenza, combinando la pianta libera dell’edificio commerciale con alcuni elementi che potremmo definire pre-logistici o para logistici che sono già presenti con chiarezza sin dalla fine del XIX secolo. Risolvendo il cortocircuito con il passato che le era stato imposto dal Movimento Moderno, la pianta rifugge ogni purezza purovisibilista e torna ad essere non solo il luogo in cui l’architettura incide il trasferimento del carico statico al suolo, ma un palinsesto di codici per lo svolgimento di molteplici operazioni diversificate per temporalità, soggetti e destinatari. Modificando lo statuto disciplinare ed euristico che incarna, la pianta diviene descrizione di un artefatto assemblato a partire dalle indicazioni legate agli oggetti e ai robot che li muovono per raggiungere automaticamente, iterativamente un unico obiettivo: muovere velocemente le merci nella più totale assenza di frizione.