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ZEILA TESORIERE

Détour topologico. Materie, caratteri, relazioni, programma

Abstract

La riflessione sui criteri opportuni per un’unitaria formazione dei progettisti si posiziona in un quadro complessivo orientato a valutare il progetto come prodotto scientifico e di ricerca. Il Novecento ha creato la Modernità opponendo la Scienza alle altre forme di conoscenza, mirando a conquistarle per modificarle dall’interno. Ciò ha determinato un sistema culturale in cui si origina una lacerazione fra i prodotti di alcune discipline e le discipline stesse, implicando un richiamo all’ordine che si raggiungerà solo quando ogni elemento del sistema apparirà chiaramente frutto di un’unica logica. Contro il sapere tecnico-analitico e disgiuntivo dell’esperto, il saggio afferma la dimensione articolata e trasversale del progetto di architettura come produzione culturale integrata e situata. Un sistema del sapere generalista e contestualizzato, che riconosce il linguaggio e la forma come modalità produttive principali. Un sistema che si pone come piano di sintesi di elementi storici, artistici, sociologici, antropologici, economici, geografici, in relazione all’evoluzione delle componenti tecnologiche, alle nuove aspirazioni e ambizioni delle comunità che abitano gli spazi e ai paradigmi in cui tali comunità si riconoscono. Questa natura relazionale e contestuale appare la condizione più peculiare del progetto, che nella sua pratica produce avanzamenti su questioni condivise i cui significati, contenuti e tecniche sono a loro volta ulteriormente trasmissibili.