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ZEILA TESORIERE

Nel labirinto dell'ordinario. Perché rileggere "L'invention du quotidien"

Abstract

L’invention du quotidien è l’opera di Michel de Certeau più conosciuta da chi si occupa della casa e della città, dei loro abitanti, del disegno e del destino dello spazio domestico e urbano. L’organizzazione in due tomi concentra nel primo l’apporto di Certeau alla definizione dell’orizzonte teorico e metodologico, la scelta e la definizione dei terreni concreti di indagine. Il secondo, opera di P. Mayol e L. Giard, sviluppa i temi dell’abitare e del cucinare, riportando il corpus di due lunghe indagini elaborate sulle relazioni di una famiglia del quartiere della Croix Rousse a Lione con lo spazio urbano, e sulle tattiche della popolazione femminile francese nella preparazione dei pasti familiari. L’obiettivo della ricerca è confutare la tesi che il consumo dei beni si realizzi iscrivendo gli utenti in processi che li rendono passivi e disciplinati da regole imposte dai beni stessi. Il testo mostra cosa produciamo su alcuni beni mentre li usiamo. Per esempio, come trasformiamo la casa e la città mentre li abitiamo, o il valore strutturante del disordine domestico nella costruzione dell’identità. L’attenzione di Certeau per l’ordinario e il quotidiano si costruisce in un periodo, in cui la Storia e le altre discipline legate alle produzioni culturali – e fra queste l’Architettura – hanno già riconosciuto la contrapposizione fra colto e popolare fra i poli di opposti capaci di operare il passaggio dal moderno al post-moderno. L’attualità di questo libro è anche nella sua volontà di discutere la legittimità dei criteri di valutazione del sapere, condizione che oggi ci interessa da vicino. L’invention du quotidien è il frutto di una ricerca che interviene nella lacerazione che la supremazia della classificazione tecnico-scientifica determina fra i prodotti di alcune discipline e le discipline stesse, con la mira di raggiungere un punto cruciale in cui tutto è frutto di una sola logica. L’autonomia del campo d’azione, però non è un criterio che può valere in assoluto, e qui Certeau, contro il sapere disgiuntivo dell’esperto, evoca gli spazi della casa e della città, che per essere analizzati devono essere colti nel loro contesto e nel loro momento storico. L’architettura, qui, torna come pietra di paragone nell’organizzazione di sistemi di sapere generalisti, contestualizzati, che riconoscono i linguaggi come modalità produttive principali del loro sapere.